Occhi sul Web        

giovedì 23 luglio 2009

E-commerce e siti italiani: lenti, fatti male, complicati fanno scappare gli utenti



Le difficoltà che impediscono il pieno sviluppo dell’e-commerce sono diverse: la mancanza di regolamenti comunitari che assicurino omogeneità di trattamento e di condizioni per tutti i consumatori, anche per chi acquista un prodotto o un servizio presso un sito Internet localizzato in un altro paese; una certa diffidenza da parte dei consumatori, più propensi a toccare con mano la merce desiderata; il digital divide che affligge alcune aree, soprattutto in Italia.

Una ricerca condotta dalla Redshift Research per conto della Computer Associates evidenzia un ulteriore freno alla crescita dell’e-commerce e, in generale, di tutti i servizi e i beni accessibili tramite Internet. L’indagine ha riguardato un panel di 2500 utenti residenti nei 5 principali paesi della UE, ovvero Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna e Spagna. Il 35% degli intervistati dichiara di attendere un massimo di 10 secondi di fronte a una pagina web che si sta caricando, trascorsi i quali si dirige verso altre mete o, addirittura, abbandona del tutto la ricerca. Il 38% del panel afferma di aver avuto difficoltà nell’eseguire operazioni di acquisto on line: in questo caso, il 46% cambia sito di e-commerce, il 34% interrompe ogni operazione.

Kobi Korsah, direttore marketing di Computer Associates per l’area EMEA, ha spiegato che un’esperienza on line anche di poco inferiore al massimo e alle attese dell’utenza può generare nel netizen livelli elevati di stress e, di conseguenza, insoddisfazione.

Per le aziende di e-commerce e per chi opera su Internet significa la concreta possibilità di perdere utenti potenziali e, addirittura, clienti fidelizzati. Velocità, tempi di risposta immediati e precisi, interfacce user-friendly, sono requisiti fondamentali per la buona riuscita del business on line.

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